CAPORALATO E IPOCRISIA
Sono passato tante volte dalle parti dove sono successe le due disgrazie stradali che hanno ucciso i lavoratori schiavizzati della raccolta dei pomodori.
Quando si va verso il Gargano venendo da nord si passa in mezzo a queste pianure a perdita d'occhio.
Non c'è un albero, solo qualche masseria qua' e la' nel paesaggio spesso infuocato quando è estate, come quando si raccolgono le angurie o, appunto, i pomodori.
Non c'è un posto dove nascondersi.
Il vento dell'ipocrisia soffia forte in queste ore a valle della morte di 12 persone.
Ipocrisia perché lì avviene tutto alla luce del sole. I furgoni con targa bulgara (non pulmini si badi bene, furgoni) scorrazzano liberi, i caporali arruolano le braccia in luoghi noti e nessuno si può, anche volendo, nascondere in una foresta. C'è vicina la Foresta Umbra (da ombra non da Umbria), ma è sul monte Gargano, li non crescono pomodori.
Non c'è un posto dove fare le cose di nascosto.
Allora perché non li vanno a prendere e non li arrestano tutti?
Che senso ha questa Italia dove il clamore, spesso ipocrita, dura lo spazio di un giorno?
Il caporalato è sanzionato penalmente dallo scorso anno, prima del "cambiamento". Si procedesse!
Il decisionista del nuovo ministro degli interni è particolarmente richiesto anche in questo ambito.
Non deve esserci alcuna flessione, i lavoratori, le persone, lo sono sempre, anche quando hanno la pelle scura.
PER IMPEDIRE CHE BRANDIZZO SI RIPETA...
Il 30 agosto 2023 sui binari nei pressi della stazione di Brandizzo sono morti contemporaneamente in cinque. Poveri corpi di operai straziati da un treno che viaggiava a 160 chilometri orari. Giovani vite spezzate da cosa? Errore umano? Certamente, i comportamenti di chi doveva proteggere la loro incolumità non sono stati diligenti, anzi. Ma si potevano evitare queste colpevolI disinvolture? Questa è la domanda alla quale dare una risposta, anche per evitare che in futuro possano ripetersi tragedie simili. A quasi due anni di distanza qualche risposta sembra già arrivare dalle carte della procura della Repubblica di Ivrea, che ha chiuso le indagini e ha reso noto che gli indagati sono 24, 21 persone fisiche e 3 società. Torniamo alla domanda, di prima. Cosa poteva evitare un comportamento così lontano dalle più elementari regole della prevenzione, come quello tenuto dal Titolare dell’Interruzione, dipendente di RFI? Certamente una buona organizzazione, anzi un modello di organizz...
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