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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

EL PUEBLO UNIDO...

28 settembre 2018.  El pueblo unido jamas serà vencido.  Chi ha una certa età ricorderà bene questo verso che si cantava negli anni 70. Il popolo unito non verrà mai vinto! Essere adolescenti ai tempi degli Inti Illimani significava, da un lato e dall’altro della barricata, crescere con forti ideali. Fossero di sinistra, di destra o di centro. Poi, purtroppo, ci sono stati anni e anni che ci hanno portato allo scempio individualista che viviamo oggi. Ma adesso arriva qualcuno che parla di nuovo di popolo. O meglio si ascrive il popolo come se fosse una propria prerogativa esclusiva. A che titolo? Cento bandiere e cori da stadio per esultare alla “manovra del popolo” che, personalmente, penso sia sbagliata. Quindi, non ho più diritto di cittadinanza nel popolo? Non ho mai visto spegnere un incendio con la benzina, se hai un debito mostruoso forse non dovresti aumentarlo. Dopo di che hai vinto le elezioni e lo fai, non mi sta bene ma, come si dice, è la democrazia, ma il popolo non è

I HAVE A DREAM

HO FATTO UN SOGNO STRANO 22 settembre 2018. Ho sognato di andare al cinema in parrocchia. C’era un vecchio film sui pirati, quelli dell’isola del tesoro. Sull’isola si arrivava con un ponte dove si mangiava e beveva e si passeggiava, anche in bicicletta. I camion però dovevano volare, perché li sul ponte si camminava a piedi e si andava in bicicletta e al porto non potevano arrivare camion e macchine…tanta gente “decrescente e felice”. Là, in fondo, i portuali erano invece disperati, perché il loro porto stava morendo e non ci andavano più neanche i pirati. Il pirata più brutto, sporco e cattivo era Long John Silver (vero personaggio di Stevenson). Si dice che una volta era stato un grande ammiraglio, poi caduto in disgrazia, anche se era ancora uno che conosceva le rotte giuste e che sapeva governare una barca senza fargli fare acqua da tutte le parti. Il suo vecchio equipaggio, invece, aveva subito un sortilegio e tutti si erano trasformati in strani animali, sembravano le tre

FERROVIE CON ALITALIA? NO!

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FS IN ALITALIA, SI - ANAS IN FERROVIE NO? ERRORE CLAMOROSO. 14 settembre 2018. Accollare alle Ferrovie l’onere di finanziare i debiti di Alitalia è sbagliato. Conosco molto bene i trascorsi degli ultimi vent’anni di Ferrovie e degli ultimi dieci di Alitalia. La prima ha fatto la formica dalla metà degli anni 90, e il maggior carico del sacrificio l’hanno pagato la fiscalità pubblica con decine di migliaia di prepensionamenti (vedere il bilancio del fondo pensioni del personale delle Fs all’Inps che sta sotto di più di 4 miliardi l’anno) e la categoria dei ferrovieri (in termini di minori retribuzioni e maggiori prestazioni dal 2003 in avanti).  L’Alitalia, cicala per decenni, ha subìto uno tsunami, appunto perché la formica non l’aveva mai fatta. Nel 2008 è stato drammatico, nel 2014 un po’ meno, ma, se neanche con i soldi di Ethiad si è riusciti a far uscire  l'Alitalia dai gorghi che l’hanno risucchiata in una nuova stagione di crisi, significa che il problema struttura

TRENI E TRENINI

TRENI E TRENINI 9 settembre 2018. I Freccia rossa con un mare di ritardo per due giorni di fila (speriamo basti così) e l'intervista al nuovo amministratore delegato di Ferrovie Battisti, hanno spostato per un attimo l’attenzione dalle autostrade (pessimo Castellucci che ride quando fa cadere il plastico di Renzo Piano, cosa c’è da ridere lo sa solo lui). I ritardi giganteschi nell'alta velocità testimoniano ancora una volta che un sistema come quello della circolazione dei treni è molto fragile e ha bisogno di continua manutenzione (senza risparmi). L’intervista al Sole24 ore di Battisti circa il nuovo Piano di Impresa del gruppo, che modifica quello decennale di Mazzoncini, invece fa riflettere. Si punta sul trasporto dei pendolari? Bene, eccone un altro. Figuriamoci se non è giusto, ma chi paga? Mi spiego. Se dici che punti sul trasporto dei pendolari va bene, ma deve esserci coerentemente un maggior impegno di spesa delle Regioni. Il Fondo unico del trasporto pubblico

SPARATI O IMPICCATI?

SPARATI O IMPICCATI?  7 settembre 2018 – Mi ha colpito molto la notizia che a Taranto ci siano state dimostrazioni di forte disappunto di tanti cittadini per l’accordo sindacale finalmente concluso per l’Ilva. Addirittura una parlamentare del M5S contestata con veemenza da un nutrito numero di persone. L’accordo sindacale con l’Arcelor Mittal per loro è una bruttissima notizia, perché vogliono la chiusura. Resti interdetto rispetto a questa reazione, perché vuol dire che la tua conoscenza e la percezione della vicenda Taranto era molto parziale. Magari non superficiale, ma parziale si. Ma come, anziché gioire per la salvezza del sito produttivo, del lavoro di ventimila persone contando l’indotto, questi protestano e contestano… Fa riflettere la profonda spaccatura delle posizioni in campo, in una realtà dove la questione ambientale ha assunto, evidentemente, una connotazione fortemente emblematica. Fa pensare al detto della scelta tra morire "sparati o impiccati”. Lavorare e

LE CHIACCHIERE E IL VENTO

LE CHIACCHIERE E IL VENTO 3 settembre 2018. Sono passati venti giorni dal 14 agosto e sono pure finite le ferie e i problemi lievitano. La notizia più banale, perché non può essere una notizia, è che a Genova ci sono problemi di viabilità con forti ripercussioni anche sul porto. Figuriamoci quando riapriranno le scuole. Insisto su quando scritto qualche post fa, la tragedia del Morandi è destinata ad avere forti ripercussioni e ricadute sulle attività del porto di Genova e, credo, sull’intero sistema portuale e intermodale italiano. Ci vorrebbe un’azione rapidissima per ricollegare il tratto interrotto. Non invidio i genovesi ai quali va una solidarietà fortissima,  il loro sindaco e il Governatore/Commissario Toti. Non li invidio, perché non è ancora dato sapere come e quando ci si mette le mani a fare qualcosa di concreto. Chi rifà il ponte? Chi paga? Quando si butta giù quello che ne è rimasto? Che poi adesso viene fuori anche Autostrade che aveva “avvisato” il Ministero, che a

MA CHE ORA E'!?

MA CHE ORA E'!? 1 settembre 2018. L'ineffabile Jean Claude Juncker mi ha sorpreso ancora. Ha comunicato che, siccome i "popoli" dell'Europa hanno "deciso" che non si possono avere due regimi di orario nel corso dell'anno, bisogna dire basta allo spostamento delle lancette dell'orologio tra le due e le tre, o viceversa, di un sabato notte. O ora solare o ora legale. Decida ogni Stato. All'inizio ho pensato ad una bufala, anzi, scusate, ora le cazzate si chiamano fake news. Invece pare che sia proprio vero. Hanno fatto una consultazione popolare on-line (io non me ne sono accorto) per sapere cosa volevano "i popoli". Pare che in Germania ci sia stata una grande adesione, addirittura 5 milioni di persone. In Italia quattro gatti. Ma a chi lo hanno chiesto? Chi lo ha saputo? Quale pubblicità è stata fatta? Certo, già vedo l'arricciare del naso di quelli che mi dicono "ma non lo sai che l'ora legale serve per risparmiare