LE CHIACCHIERE E IL VENTO

LE CHIACCHIERE E IL VENTO

3 settembre 2018. Sono passati venti giorni dal 14 agosto e sono pure finite le ferie e i problemi lievitano. La notizia più banale, perché non può essere una notizia, è che a Genova ci sono problemi di viabilità con forti ripercussioni anche sul porto. Figuriamoci quando riapriranno le scuole. Insisto su quando scritto qualche post fa, la tragedia del Morandi è destinata ad avere forti ripercussioni e ricadute sulle attività del porto di Genova e, credo, sull’intero sistema portuale e intermodale italiano. Ci vorrebbe un’azione rapidissima per ricollegare il tratto interrotto. Non invidio i genovesi ai quali va una solidarietà fortissima,  il loro sindaco e il Governatore/Commissario Toti. Non li invidio, perché non è ancora dato sapere come e quando ci si mette le mani a fare qualcosa di concreto. Chi rifà il ponte? Chi paga? Quando si butta giù quello che ne è rimasto? Che poi adesso viene fuori anche Autostrade che aveva “avvisato” il Ministero, che avrebbe tergiversato…vabbè tante chiacchere che, come si sa, quando poi si alza il vento…Nel frattempo, però, bisogna andare al lavoro, a scuola, all’ospedale, ecc.  ecc. e se qualcuno pensa di risolverla con la gratuità del trasporto pubblico ha tutta la mia simpatia ma credo che rimarrà deluso. Se già con il ponte la velocità commerciale del bus era molto bassa, figuriamoci adesso, la seconda l’autista non riuscirà mai a metterla. Il trasporto pubblico locale, grande malato italiano con poche eccezioni, è afflitto da tanti problemi e non è certo il costo del biglietto che ne riduce l’utilizzo in Italia. Su quest’aspetto avrò modo di annoiare prossimamente chi legge questo blog (non pensavo foste tanto numerosi, grazie), così come per questo ritornello della “cura del ferro” (che sento da vent’anni), ma che, per ora, ci ha sempre lasciato “anemici”. Scherzi a parte, è evidente che ogni volta che ne succede una si evidenzia la fragilità di un sistema infrastrutturale dei trasporti che mostra la corda.  Politiche ultra cinquantennali basate solo sul trasporto su gomma, in città e fuori, hanno determinato la fragilità di un sistema che, essendo a rete ma poco sviluppato, fa presto ad andare in crisi. Non solo Genova, provate a chiedere a chi ha dovuto percorrere giorni fa l’Adriatica (A14) con la galleria Grottammare chiusa. La galleria Grottammare! Ore e ore bloccati in coda, anche nei giorni successivi all’incendio del Tir che ha ammalorato la galleria. E’ bastato mettere un restringimento di carreggiata su un tratto che è, e resterà, a due corsie per provocare il blocco totale. Certo, direte, il periodo… il bollino nero, rosso e via cantando. No, cari, il problema è che se questa Repubblica, dagli anni cinquanta in poi, si è fondata sullo pneumatico non ne esci. Intanto si chiudono ponti e viadotti per precauzione, basta qualche foto su Facebook, ma nessun intervento è in vista. Restano chiusi e provocano ritardi e allungamenti di percorso. E qui dovrei dire la mia su ferrovie e trasporto marittimo/sistema portuale ma ci vuole tempo e lo spazio è finito, ne riparlerò. 
Ma, ora che a Genova si è alzato il vento, occorre che si agisca in fretta, nell’interesse dei genovesi, dei liguri, degli italiani e delle loro economie, basta chiacchiere please. 

LONG JOHNN

p.s. ma qualcuno di voi ha capito come è andata a finire la questione del ritiro delle concessioni autostradali? 

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