TRENI E TRENINI

TRENI E TRENINI

9 settembre 2018. I Freccia rossa con un mare di ritardo per due giorni di fila (speriamo basti così) e l'intervista al nuovo amministratore delegato di Ferrovie Battisti, hanno spostato per un attimo l’attenzione dalle autostrade (pessimo Castellucci che ride quando fa cadere il plastico di Renzo Piano, cosa c’è da ridere lo sa solo lui). I ritardi giganteschi nell'alta velocità testimoniano ancora una volta che un sistema come quello della circolazione dei treni è molto fragile e ha bisogno di continua manutenzione (senza risparmi). L’intervista al Sole24 ore di Battisti circa il nuovo Piano di Impresa del gruppo, che modifica quello decennale di Mazzoncini, invece fa riflettere. Si punta sul trasporto dei pendolari? Bene, eccone un altro. Figuriamoci se non è giusto, ma chi paga? Mi spiego. Se dici che punti sul trasporto dei pendolari va bene, ma deve esserci coerentemente un maggior impegno di spesa delle Regioni. Il Fondo unico del trasporto pubblico locale non mi risulta che sia stato aumentato, anzi (questo Fondo è per pagare il servizio con autobus E con treni). Paga solo Trenitalia? Perché la cura del ferro non la fai solo con l’immissione di treni nuovi (importantissimo), ma ci vuole l’aumento dell’offerta (a me sembra che si sopprimano ancora troppi treni regionali nell’esercizio giornaliero). Vedremo se sarà così. Stessa cosa per il trasporto delle merci, dopo tanti proclami negli anni trascorsi di aumento di quote di trasporto merci su rotaia s’è visto ben poco, con evidenti squilibri nella logistica. Poi per la questione della fusione con l'Anas, il nostro dice “staremo a quello che deciderà il governo”, stessa cosa per l’ipotesi Alitalia-Ferrovie con Cassa Depositi e Prestiti. Qualcuno ai tempi di Moretti lo accusava di fare lui la politica dei trasporti al posto dei Ministri. E’ proprio vero, le idee camminano sulle gambe delle persone. Intendiamoci, Battisti fa bene a rispondere così. Non potrebbe dire altro lui oggi. Il fatto che mi preoccupa è che non si intravede nemmeno l’ombra di una politica dei trasporti in questo periodo. Non se ne sente parlare nemmeno. Sembra si stia riscivolando sui settori ben contingentati ognuno nel suo orticello, ma non è un bene per il Paese questa cosa. I danni da mancata sinergia hanno prodotto guasti evidenti e Delrio, ma anche Lupi prima di lui, avevano posto delle basi per cambiare rotta verso un sistema integrato. Speriamo che si recuperi questa traccia, altro che cambiamento sennò, saremmo alla restaurazione.  Per ora non resta che attendere cosa tirerà fuori Battisti per il nuovo Piano d'Impresa. Una cosa buona l’ha già detta, perché ha dichiarato che la durata sarà la metà di quello  di prima. Mi sembra ragionevole. Come ragionevole sarebbe, a quindici anni dal primo contratto delle attività ferroviarie (passati dalla voragine di bilancio del carrozzone pubblico ai 4/500 milioni di utile ogni anno) porsi il problema della questione salariale, ma questa è un’altra storia.

LONG JOHNN

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