EL PUEBLO UNIDO...


28 settembre 2018. El pueblo unido jamas serà vencido. Chi ha una certa età ricorderà bene questo verso che si cantava negli anni 70. Il popolo unito non verrà mai vinto! Essere adolescenti ai tempi degli Inti Illimani significava, da un lato e dall’altro della barricata, crescere con forti ideali. Fossero di sinistra, di destra o di centro. Poi, purtroppo, ci sono stati anni e anni che ci hanno portato allo scempio individualista che viviamo oggi. Ma adesso arriva qualcuno che parla di nuovo di popolo. O meglio si ascrive il popolo come se fosse una propria prerogativa esclusiva. A che titolo? Cento bandiere e cori da stadio per esultare alla “manovra del popolo” che, personalmente, penso sia sbagliata. Quindi, non ho più diritto di cittadinanza nel popolo? Non ho mai visto spegnere un incendio con la benzina, se hai un debito mostruoso forse non dovresti aumentarlo. Dopo di che hai vinto le elezioni e lo fai, non mi sta bene ma, come si dice, è la democrazia, ma il popolo non è esclusiva di nessuno. I diritti devono poggiare sui doveri, il lavoro non si crea per decreto, figuriamoci se la povertà si può abolire per decreto. Keynes teorizzava, giustamente, che l’intervento pubblico genera un impulso positivo sulla economia, ma per gli investimenti pubblici, non per bloccare la Gronda, il terzo valico, la Tav, la Tap e dare invece soldi a pioggia senza capire come poi reggiamo la cosa come Paese. I tanti amici grillini e leghisti su questo non sono d’accordo con me? Bene, e io non lo sono con loro! Nettamente. Egoisticamente a uno che mi dice che a 62 anni posso già andare in pensione, che a mia madre la pensione minima sale a 780 euro, che a tutti quelli in famiglia che stanno a spasso adesso gli arriva un bell’assegno mensile di 780 euro e tutte queste belle cose dovrei dire solo si. Non posso farlo! E non per tifoseria politica, figuriamoci. Non posso perché lo ritengo sbagliato. Aumentare i  problemi ai figli, ai nipoti e ai pronipoti non è una manovra per il popolo, è il contrario. Aumentare il deficit, in misura compatibile, per investire, per ridurre il cuneo fiscale, per ridurre le tasse, per provare a creare lavoro sarebbe una manovra per gli italiani. La povertà nasce dalla mancanza di lavoro, anziché vedere come creare condizioni per sviluppare lavoro spendiamo quello che non abbiamo in sussidi. E’ contro la logica. E’ come se un sindacalista mobbizzasse, vessasse o licenziasse i propri dipendenti. Una cosa contro natura. Già, avete ragione, se ciò fosse non sarebbe un sindacalista! Ma sai com'è, di questi tempi...

LONG JOHNN

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