RYANAIR, QUANDO LA CORDA SI SPEZZA Lo sciopero del personale di Ryanair di oggi è un fenomeno eccezionale perché è il primo sciopero continentale, contro lo stesso soggetto, che si ricordi. Ha interessato Germania, Svezia, Irlanda e Belgio. Poco tempo fa era toccato a Portogallo, Spagna, Belgio e Italia (qui con qualche defezione sindacale). Una cosa credo mai vista prima. Se non si è potuto scioperare lo stesso giorno in tutti i Paesi è stato dovuto, essenzialmente, alle diverse norme che regolano la materia. Da noi c'è forse la normativa più restrittiva e ad agosto è vietato astenersi dal lavoro nei trasporti. Una protesta di cosi vaste dimensioni è un fatto del tutto inedito e succede perché quando è troppo è troppo. Le condizioni di arruolamento, di formazione, di lavoro e di retribuzione che questa compagnia riserva ai suoi dipendenti sono veramente esasperanti. Il Sindacati Europeo e mondiale dei trasporti (Etf e Itf) hanno messo al bando Ryanair tanto da "sconsigliare" i propri affiliati dall'utilizzarla e, in molti Paesi, prima di riuscire ad arrivare a far scioperare il personale, i sindacati hanno sviluppato per anni azioni di contenzioso giudiziario. Anche noi lo abbiamo fatto. Ora Ryanair, dopo aver fatto promesse da marinaio quando si è ritrovata quasi senza piloti l'anno scorso, vede gli aerei che gli restano sulla pista e in pieno agosto. Un duro colpo, ma è quello che è giusto che succeda a chi pensa di fare business solo sullo sfruttamento. Ciò a testimonianza che quando è troppo è troppo. Enough is enough, direbbero a Dublino. Le corde quando si tirano troppo si spezzano, anche per questi colossi. Fossi in Amazon ci penserei su. Long Johnn

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