NULLA DI NUOVO SOTTO LA PIOGGIA
NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE
6 ottobre 2018. Da una tragedia all’altra, purtroppo. Nel giorno in cui viene nominato, finalmente, il commissario per Genova (lo hanno cercato tanto, era lì dall’inizio) in Calabria una nuova alluvione violenta e improvvisa ha provocato morti e disastri. Purtroppo, se non fosse che c’è l’acqua di mezzo, bisognerebbe dire: nulla di nuovo sotto il sole. Al di là dei tanti buoni propositi che TUTTI i governi hanno dichiarato negli ultimi venti anni per porre rimedio al disastro idrogeologico del Paese, le cose sono rimaste sostanzialmente com’erano. C’è (o c’era?) una struttura di missione a Largo Chigi denominata “Italia sicura”, dedicata al risanamento del dissesto idrogeologico e alla sicurezza dell’edilizia scolastica. Fu istituita dal Governo Renzi e qualcosa ha fatto, con le poche risorse che ha avuto a disposizione. Ora, al di là del commento di qualche “nullologo” che “perde volutamente” (coprendosi di ridicolo) o di qualcuno che dovrebbe usare gli specchi di legno prima di puntare il dito verso gli altri, è evidente che le cose da risolvere in Italia sono veramente tante e complesse. Da un terremoto ad un’alluvione, dalla morìa dei cavalcavia e dei ponti, ai crolli di questo o quell’edificio pubblico, semplicemente servirebbe un piano pluriennale di manutenzione straordinaria, e di ripristino di quella ordinaria, del territorio e delle sue infrastrutture (insisto sull’idea di una società pubblica delle reti infrastrutturali per farlo). Detta così è facile ma, ovviamente, le variabili sono innumerevoli, ad iniziare da come finanziare questa sorta di piano Marshall del territorio (che deve iniziare dal meridione). I problemi complessi, infatti, non hanno mai soluzioni semplici, mentre vedo che la semplificazione impera sovrana. TUTTI i governanti degli ultimi anni (tranne Gentiloni, un signore, a mio avviso) hanno sparato, e sparano oggi, dichiarazioni roboanti ai taccuini e ai microfoni spianati davanti alle telecamere. Grandi titoloni, articoli corredati da schede e spiegazioni; poi passa il tempo e le cose restano più o meno com’erano. Di tutta questa polemica sul deficit, dello scontro tra ubriaconi sull’asse Roma-Bruxelles e così via, una cosa dispiace particolarmente. Lo si facesse almeno per rimettere a posto le strade e i ponti, per ripristinare la manutenzione ordinaria di tutto il patrimonio pubblico, per mettere in sicurezza intere aree ormai dissestate, per ridare soldi ai Comuni e alle Province per fare queste e tante altre cose che, certo, produrrebbero all’inizio deficit più alto del previsto ma, in prospettiva anche breve, darebbero occupazione e eviterebbero tante nuove tragedie in divenire. Investimenti non spesa corrente. Troppo complicato? Forse. Bisogna rispettare promesse elettorali campate in aria che si stanno squagliando al sole come la neve? Allora teniamoci questa situazione e preghiamo di non dover mai scegliere tra restare in macchina e annegare o annegare perché scendiamo dalla macchina. Dichiarazioni e conseguenti titoloni continueranno imperterriti a comparire sui giornali e ad alimentare le polemiche tra opposte tifoserie…ma non incideranno.
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