ATAC, VITTORIA DI PIRRO?

12 NOVEMBRE 2018. Che il referendum sull’Atac non avrebbe raggiunto il quorum del terzo di votanti era più che certo. C’è poco da esultare. La gente già va a votare malvolentieri, figuriamoci per un referendum di questo tipo, con il Movimento 5 stelle, i sindacati, i dipendenti e, ovviamente, una parte dei cittadini contro. La cosa che mi lascia perplesso è che molte forze politiche, a iniziare dal PD, indicavano di andare a votare sì. Mi chiedo perché.  Se fossero stati al governo della città avrebbero detto lo stesso? Me lo chiedo perché non ricordo che durante le giunte a guida PD si sia mai parlato di aprire il servizio di ATAC a procedure di gara. Così come non sono convinto che, a parti invertite, chi ha detto di votare no oggi, lo avrebbe fatto ugualmente. In questo Paese ormai è tutto un fiorire di posizioni per partito preso. L’ha detto tizio, a prescindere dal merito, “dalli” a tizio. Non c’è analisi vera, c’è tifoseria. Troppa. Dicevo che c’è poco da esultare perché il pericolo non è scongiurato. E il pericolo è che quell’azienda, che da sola fa più di tutto il deficit dell’intero trasporto pubblico locale nazionale, resti e rimanga preda delle convenienze politiche ed elettorali. Anzi, dopo questo esito ancor di più rischia in tal senso, per l’oggi e per il domani. Non vorrei che qualcuno si fosse dimenticato che è un’azienda in concordato preventivo. Quindi tecnicamente fallita, che resta in piedi perché i creditori le danno una possibilità, l’ultima, prima di farla fallire definitivamente se le cose non cambiano. Restando così le cose, si risanerà il bilancio? Arriveranno pezzi di ricambio, si compreranno bus e treni nuovi, non bisognerà attendere troppo una corsa, si riuscirà a salire, ecc.? Benissimo. Spero molto che sia così, ma nessuno venga a raccontare la storiella che ciò avviene automaticamente perché Atac resta pubblica. Pubblica lo resti, ma che sia un’azienda. Le aziende non le gestiscono assessori o sindache…(o sindachesse?). C’è una volontà comune di proprietà, sindacati e fautori della proprietà pubblica di mettersi tutti in gioco per l’efficienza del servizio? Vedremo. Se non sarà così, questa vittoria si annovererà tra quelle di Pirro.

LONG JOHNN


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