FEDERALISMO TERRONE

FEDERALISMO TERRONE

17 febbraio 2019 - Tanto di cappello a Salvini. E’ riuscito a diventare incredibilmente un catalizzatore formidabile di voti e di consensi, anche al centro sud, dove avrebbero dovuto detestarlo tutti per quello che ha detto e fatto fino a non molto tempo fa. Ormai è una sorta di idrovora, che fagocita elettorato deluso. Dai 5 Stelle, da Forza Italia, da ex centristi e destrorsi vari, persino da gente che pensava di avere un'anima socialdemocratica. Tutti questi si ritrovano ammaliati dall’uomo forte.

Però, la cosa per la quale bisogna dire chapeau è che questo signore sta riuscendo in un capolavoro politico senza precedenti: col consenso elettorale del sud sta realizzando il vecchio progetto del Federalismo regionale della Lega Nord. Riesce ad avere una capacità ammaliatrice tale che il pifferaio magico di Hamelin è un dilettante al confronto. Chissà com’è che ogni tanto in Italia si palesa un personaggio che, esibendo un certo decisionismo, attrae magneticamente tantissima gente. 

Dal secondo dopoguerra in poi, così non scomodo questioni altre, è successo più volte. Il primo Berlusconi, del dopo “mani pulite”, ad esempio, ha avuto lo stesso effetto; lo stesso Craxi prima di lui, e, inutile far finta che non sia stato così, anche il Renzi della rottamazione ha avuto folle plaudenti, e votanti, per un lungo periodo. 

Renzi è caduto, grazie a tanto fuoco “amico”, sul referendum costituzionale che ambiva a ridare competenze esclusive allo Stato su materie di interesse nazionale (dopo lo scempio fatto al Titolo Quinto della Costituzione ai tempi di D’Alema nel 2001). Salvini, col voto dei “terroni” sta portando a casa il must del leghismo prima maniera, che è il contrario di quello che voleva fare Renzi. Se ci dovesse riuscire, per lui, sarà un capolavoro politico da scrivere nei libri di storia. Per il sud sarà un allargamento del gap già esistente, rispetto al nord. 

Ma è ora che dal sud la sfida sia posta proprio sul terreno federalista, ad iniziare dal mio Abruzzo dove ci è risvegliati a maggioranza salviniana. Mi ha colpito molto quanto detto da Luca Zaia sul Corsera di oggi: “se i veneti dovessero prendere un aereo per andarsi a curare altrove mi verrebbero a cercare”. Ha ragione; perché pone la questione che chi amministra deve rendere conto. Accountability, si chiama così nel mondo reale. 

Premesso che la solidarietà che tiene in piedi uno Stato dove i territori sono diversi tra loro è fondamentale, ci sarebbe da chiedersi perché gli abruzzesi non sono mai andati a "cercare" nessuno a L’Aquila, al Palazzo dell'Emiciclo sede della Regione Abruzzo. Visto che spesso devono prendere il treno per andare a farsi curare altrove. Non voglio entrare in discussioni sulla sanità, era solo un esempio. 

Penso però che la classe dirigente del Sud che non metta al centro della propria azione quotidiana l’efficienza dei servizi, pagati dalle tasse (addizionali locali in primis) e la lotta agli sprechi e alle clientele  non farà altro che condannarsi alla subalternità ai salvinismi di turno e alla disaffezione dei cittadini verso la politica (ma di questo sembra che molti politici non si preoccupino più di tanto). 

LONG JOHNN

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