I PREOCCUPATI

14 aprile 2019 BISOGNA PREOCCUPARSI PRIMA

Sempre più spesso mi capita di leggere dei tweet che riportano, neanche sempre, un collegamento a pseudo-comunicati stampa, dove qualcuno si dichiara “preoccupato”. Preoccupazione per questa o quest’altra vertenza, preoccupazione per questi o quelli che si troveranno (di solito già ci si trovano) in una situazione di precarietà, difficoltà, anticamera di licenziamento o peggio. Certo essere preoccupati è anche un sentimento nobile, ma penso che la preoccupazione postuma serva a ben poco. Cerco di spiegarmi. Chi ha il dovere di occuparsi di questioni che poi impattano sulla vita della gente che si affida a loro, deve preoccuparsi prima. Quando è scomodo o non popolare farlo. Perché ciò possa succedere, il requisito principale è (dovrebbe essere) l’adeguatezza al ruolo. Capita, a volte, di osservare personaggi di totale inadeguatezza, ma che “politicamente” sono coperti, quindi fanno loro. Ciò non toglie che sono totalmente inadeguati. Dunque, se si è adeguati (almeno un po’), non si deve attendere che le cose precipitino nell’irrimediabilità. Occorre “vedere” prima come le cose potranno evolvere e agire per prevedere e indirizzare, ma questo ci riporta al requisito di adeguatezza. Eventualmente poi, se si riuscisse a vederle, ci vorrebbe il coraggio e la forza di agire, anche contro corrente, per far sì che, anche a medio termine, si raccolgano i frutti e/o l’ombrello che apri sulle persone, che ti pagano pure una quota, le ripari. Per esempio, se pattuisci parametri di produttività positivi, totalmente fuori dalle responsabilità/possibilità di chi lavora, quando poi farai i conti e troverai uno di quei parametri negativo (per es. un bilancio negativo), ti toccherà metterci una pezza. Spesso la pezza è peggiore del buco. Questo è solo un esempio, ma ne ho visti tanti che non riporto qui per pudore. Questo o quello per me pari sono. Ripenso a quando fui preso in giro perché avevo detto che bisognava essere come i salmoni, per andare contro corrente e avere il coraggio e la forza di farlo. Ne sono sempre più convinto. Oggi i salmoni si sono estinti, ma al di là delle chiacchiere e di tweetter, non mi sembra che siano meglio i pesci nuovi.

LONG JOHNN

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