QUELLI DEL PIANO INDUSTRIALE

QUELLI DEL PIANO INDUSTRIALE 


26 Aprile 2019 - La prima volta che sentii qualcuno chiedere il “piano industriale” ero ancora alle primissime armi. Mi fece molta impressione una così impegnativa richiesta. Devo dire che, in seguito, l’immagine del personaggio in questione fu molto ridimensionata ai miei occhi dal suo richiedere piani industriali, a destra e a manca, senza poi avere la benché minima idea di cosa farne. 
Fa il paio con quelli che chiedono sempre “un tavolo”. No, non sto parlando di chi va al ristorante. C’è chi non fa altro che chiedere tavoli, manco il mondo fosse un mobilificio. Penso, però, che il “tavolo” non sia un luogo salvifico. Ne ho una lunga esperienza, persino ora che sono in esilio, ho a che fare con tavoli, anche più complicati. Al tavolo devi andare come quando giochi a tennis, dove non basta portare solo la racchetta. Ci vuole qualcos’altro. Qualcosa che pochi hanno veramente, ma che molti sparano. Piani industriali e tavoli, richiesti a go go. Per fare, poi, com'è capitato, esilaranti descrizioni di casse che fanno come le code delle lucertole. E poi? Poi si aspettano gli eventi. Se andrà bene, ci si prenderà il merito, sennò la colpa sarà di altri (sport nazionale). I bluff possono riuscire, qualche volta, anche al tavolo del poker, il più delle volte, invece, bisogna  scoprirle le carte. A quel punto bisogna far vedere se lo si sa leggere un piano industriale…al tavolo. Perché se, esaurita la richiesta del tavolo e del piano industriale, la sola cosa che si sa fare è “agitarsi”, a proposito di tennis, non si fa un gran servizio.


LONG JOHNN



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