RFI NELLA P.A.? SE NON SONO MATTI...

A CHI DANNO TANTO FASTIDIO LE FERROVIE?

 15 maggio 2019. La notizia che Rfi rischia di essere portata davvero nel perimetro della Pubblica Amministrazione in un Paese normale andrebbe presa come la barzelletta di un buontempone, da mandare simpaticamente al diavolo. In un Paese normale …

La vicenda sembrava collocata in una semplice questione di statistica,  perché recentemente Eurostat, d’intesa con Istat,  ha inserito, ai fini statistici appunto, nel perimetro della pubblica amministrazione Rete Ferroviaria Italiana e Ferrovie Nord Milano (le infrastrutture ferroviarie che più contano in Italia). 

Perché lo abbiano dovuto  fare non è chiaro. Molte sono le possibili congetture e penso che se Rfi avesse avuto i conti in profondo rosso, anziché in forte utile, non sarebbe successo, ma tant’è.
Il problema, però, è che pare che la questione non si esaurisca semplicemente con l’inserimento in una tabella piuttosto che in un’altra. No. Sembra che ci sia veramente la possibilità concreta che entro pochi mesi la questione prenda la piega di una collocazione di Rfi nel perimetro della pubblica amministrazione. 

Le persone normali neanche potrebbero immaginare una stupidaggine simile.  Senza fare grandi elencazioni delle negatività, che lasciamo ai forbiti ed eruditi, o presunti tali, del settore, significherebbe non solo bloccare Rfi (che anche per comprare un rotolo di carta igienica dovrebbero far fare la gara alla Consip) ma lo sgretolamento del Gruppo FSI. 

Ma, a chi dà tanto fastidio che le Ferrovie siano diventate la grande azienda (pubblica) che è oggi? Il Gruppo Ferrovie, che ha basato sulla proprietà degli asset della propria rete (Rfi), la sua linea di credito per banche e mercati dove si è finanziato, dopo, dove si appoggerebbe?
Ma, ripeto, senza entrare in tante analisi la metto giù piatta: questo scenario significherebbe la fine della integrità del Gruppo FSI, con tutte le conseguenze negative del caso, per il Paese e per l’occupazione, non solo del Gruppo.

Contro questo scenario, con e tra gli altri, anzi alla testa degli altri: da ferroviere, da RSU, da Segretario dei ferrovieri e, poi dei Trasporti della Cisl ho combattuto e anche scioperato, per vent’anni e più. E adesso? Ora che le cose vanno più che bene arriva qualcuno che, banalmente, passando da Istat, per motivi che non si conoscono, mette a rischio tutto?

Mi aspetto non lettere con più destinatari (che attendono sempre l'uno che risponda l’altro, quindi non risponde nessuno), mi aspetto una chiamata alla mobilitazione della categoria, molto forte e compatta, per scongiurare questo pericolo tremendo. In un Paese normale, ripeto, nemmeno se ne parlerebbe, visto quello che è diventato il Gruppo, qui chissà perché sì. E' proprio vero quel detto che dice : se non sono matti non li vogliamo…


LONG JOHNN

Commenti

Post popolari in questo blog

IL DOLORE AL TEMPO DELLE MASCHERE

PESCARA-ROMA: L'ABRUZZO HA PERSO IL TRENO, IL RESTO SONO CHIACCHIERE!

AEROPORTO D’ABRUZZO: CARTINA AL TORNASOLE DEL DECLINO ABRUZZESE