RFI NELLA P.A.? SE NON SONO MATTI...
A CHI DANNO TANTO FASTIDIO LE FERROVIE?
La vicenda sembrava collocata in una semplice questione di statistica, perché recentemente Eurostat, d’intesa con Istat, ha inserito, ai fini statistici appunto, nel perimetro della pubblica amministrazione Rete Ferroviaria
Italiana e Ferrovie Nord Milano (le infrastrutture ferroviarie che più contano in
Italia).
Perché lo abbiano dovuto fare non è chiaro. Molte sono le possibili congetture e penso che se Rfi avesse avuto i conti
in profondo rosso, anziché in forte utile, non sarebbe successo, ma tant’è.
Il problema, però, è che pare che la questione non si esaurisca semplicemente con
l’inserimento in una tabella piuttosto che in un’altra. No. Sembra che ci sia veramente
la possibilità concreta che entro pochi mesi la questione prenda la piega di una collocazione di Rfi
nel perimetro della pubblica amministrazione.
Le persone normali neanche potrebbero immaginare una stupidaggine simile. Senza fare
grandi elencazioni delle negatività, che lasciamo ai forbiti ed eruditi, o presunti tali, del settore, significherebbe
non solo bloccare Rfi (che anche per comprare un rotolo di carta igienica
dovrebbero far fare la gara alla Consip)
ma lo sgretolamento del Gruppo FSI.
Ma, a chi dà tanto fastidio che le Ferrovie siano diventate la grande azienda (pubblica)
che è oggi? Il Gruppo Ferrovie, che ha basato sulla proprietà degli asset
della propria rete (Rfi), la sua linea di credito per banche e mercati
dove si è finanziato, dopo, dove si appoggerebbe?
Ma, ripeto, senza entrare in tante analisi la metto giù piatta: questo scenario significherebbe la fine della
integrità del Gruppo FSI, con tutte le conseguenze negative del caso, per il
Paese e per l’occupazione, non solo del Gruppo.
Contro questo scenario, con
e tra gli altri, anzi alla testa degli altri: da ferroviere, da RSU,
da Segretario dei ferrovieri e, poi dei Trasporti della Cisl ho combattuto e anche
scioperato, per vent’anni e più. E adesso? Ora che le cose vanno più che
bene arriva qualcuno che, banalmente, passando da Istat, per motivi che non
si conoscono, mette a rischio tutto?
Mi aspetto non lettere con più destinatari (che attendono sempre l'uno che risponda l’altro, quindi non risponde nessuno), mi aspetto una chiamata alla mobilitazione della categoria, molto forte
e compatta, per scongiurare questo pericolo tremendo. In un Paese normale, ripeto, nemmeno se ne parlerebbe, visto quello che è
diventato il Gruppo, qui chissà perché sì. E' proprio vero quel detto che dice : se non sono matti non li vogliamo…
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