CI VORREBBE MANZONI (ALESSANDRO)

2 marzo 2020.  E chi se lo poteva aspettare? Non piove da mesi ma in compenso ci stanno piovendo in testa tante di quelle rogne che la metà basta.
Tra chi vede mangiare topi vivi e chi è costretto a barricarsi in casa; tra scuole “di ogni ordine e grado” chiuse, con bimbi costretti a casa “perché c’è un virus che gira” e le borse che crollano bruciando enormi capitali ci ritroviamo in uno scenario da guerra batteriologica che nemmeno il più fervido scrittore poteva immaginare.

Il globalvirus ci sta mettendo ko, davvero. Vedi chi minimizza e chi invece, già ipocondriaco di suo, non ti stringe la mano nemmeno a pagarlo. Insomma, lo vedete anche voi, questa situazione nessuno la poteva immaginare. La cosa ridicola è che siamo gli appestati d’Europa, dopo aver persino picchiato i cinesi nostrani, magari erano pure filippini manco cinesi, perché erano gli untori.

Ci vorrebbe un novello Manzoni che scrivesse “Promessi Conviventi”. Non si sposa più nessuno...
Ai tempi del "corona"  di monatti e di Don Abbondio ce ne sono in abbondanza. Di Don Rodrigo ce n’è a iosa poi. Di Frà Cristofaro, invece, c’è scarsità. Di polli del curato pusillanime non sappiamo più dove metterli mentre starnazzano dai talk show ogni dì.
Monache di Monza? Non pervenute, ma di streghe almeno un paio.

Insomma, scherzi a parte, due tre cose si sono viste bene:
-  la globalizzazione non è una parola vuota.  Ormai ha connesso economicamente e biologicamente tutto e tutti, non scappa nessuno, anche se metti i muri;
-      aveva ragione chi diceva che le Regioni hanno troppo potere, perché ventuno stati indipendenti nun se po’ fa’;
-       la sanità italiana, praticamente gratis per tutti, è un valore (costoso) da preservare, sviluppare, non saccheggiare e che ci fa capire che il bene comune non è una cosa astratta.

Maledetti quelli che la insidiano in mille modi. Grazie infinite, invece, a chi ci lavora.

LONG JOHNN



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