ITALIA E COVID: GRANDE ASSENTE LA PREVENZIONE!

30 Marzo 2020. Il disastro, umano e sociale, che ci ha investito dovrebbe farci riflettere tutti su quanto la prevenzione non sia una parte fondamentale della cultura del Paese.
Tra le migliaia di vittime sono morti anche medici e infermieri, a decine maledizione! Significa una sola cosa: il principio di precauzione in Italia non viene mai al primo posto. 

Mancavano le mascherine, le tute monouso, gli occhiali. Certo.  Si lavorava in emergenza, certo. Tutto quello che si vuole, ma questo è successo (sta ancora succedendo in qualche posto?) proprio nei luoghi dove non dovrebbe mai succedere: negli ospedali! Nelle Asl, che tra l'altro hanno l'onere di sorvegliare sull'applicazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro! Proprio li, dove, invece, l'unica "protezione", quando c'era, è stata una mascherina chirurgica, che non è Dispositivo di Protezione Individuale (DPI), come incredibilmente viene stabilito dal DPCM "Cura Italia" all'articolo 16 per i lavoratori che oggettivamente non possono rispettare la distanza di almeno un metro (!)

Il numero degli oltre mille morti sul lavoro, che ogni anno affligge l'Italia, impallidisce rispetto al massacro che ci ha investito, ma poche volte queste vittime sono causate dal destino cinico e baro. No, spessissimo sono dovute proprio alla mancanza di una cultura della prevenzione, diffusa, conosciuta e praticata anche al di fuori della stretta cerchia degli addetti ai lavori. 

Fino a ieri, ma non sono sicuro che non succeda ancora, c'è stato qualche direttore di Ausl che non voleva concedere lo smart working a chi lavora negli uffici amministrativi! Davvero. 
Quando si vedeva già chiara l'onda altissima dello tsunami a poche miglia dalla costa, ancora dovevo discutere sull'opportunità di chiudere una mensa usata da centinaia di persone al giorno (ha chiuso solo dopo che la spiaggia era stata inondata).
Gli stessi lavoratori con i quali interloquivo direttamente, ahnoi, "preferivano"non  fare lo smart working (!)

Lo dico per mettere in evidenza quello che, insieme a non molti altri, ho sempre detto, soprattutto da quando sono stato assegnato a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail: la cultura di praticare la prevenzione sulla salute e sicurezza sul lavoro, nonostante tutte le norme esistenti, non è diffusa negli italiani come dovrebbe, a nessun livello. Il principio di precauzione è uno sconosciuto.

Non resta che sperare che, tra i cambiamenti, che questo maledetta bestia invisibile porterà in noi, ci sia anche quello di praticare la prevenzione come abitudine positiva. Metteremo "la mascherina" ovunque sia necessario per evitare incidenti e malati a causa del lavoro?

Speriamo, come speriamo che questa ecatombe abbia termine al più presto.

Giovanni Luciano


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