COVID: PIU' DI TRE MILIONI ESCLUSI DALLA TUTELA INAIL



2 Aprile 2020 - Gli effetti dolorosi della pandemia, nel dramma collettivo che stiamo vivendo, hanno posto in evidenza alcune iniquità palesi, tra le quali quella dell’esclusione dalla tutela INAIL di più di tre milioni di lavoratori.
In questi giorni vi è una reiterata richiesta per l’emanazione di norme di dettaglio per il riconoscimento dell’infortunio per chi ha contratto l’infezione in occasione di lavoro. 
L’INAIL non mancherà di farlo, ma non potrà certamente assicurare indennizzi o rendite, per esempio, ai medici di famiglia, ai vigili del fuoco, ad alcune tipologie d’insegnanti, come alle altre numerose tipologie di lavoratori, tra le quali la sterminata massa di persone che lavorano a partita Iva e non sono artigiani. 
Questa moltitudine non può essere assicurata INAIL perché non previsto dal Testo Unico- D.P.R.1124 del 1965.  Sono disposizioni sull’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali scritte cinquantacinque anni fa per il mercato del lavoro e per la società di allora. Il CIV INAIL da anni ne chiede, invano, un adeguamento (recentemente lo ha fatto anche il presidente INAIL Franco Bettoni)
La grande questione dell’ampliamento della platea degli assicurati INAIL non può certo esaurirsi solo con quanto fatto di recente, giustamente, per i riders. Serve un’azione più ampia tramite modifiche normative delle quali si deve far carico il Governo, perché questa è una misura di giustizia sociale che sta rimanendo inevasa, anche nel corso di questo drammatico periodo e questo non è giusto, oltre che essere incostituzionale.

Giovanni Luciano

Commenti

Post popolari in questo blog

IL DOLORE AL TEMPO DELLE MASCHERE

PESCARA-ROMA: L'ABRUZZO HA PERSO IL TRENO, IL RESTO SONO CHIACCHIERE!

AEROPORTO D’ABRUZZO: CARTINA AL TORNASOLE DEL DECLINO ABRUZZESE