SALUTE E SICUREZZA NEL DL 48: LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO

Di nuovo, la montagna ha partorito il topolino. Eravamo in tanti a confidare in una azione più incisiva sulla normativa relativa alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ma la lettura del Titolo II (artt.14,15,16,17 e 18) del Decreto Legge “lavoro” 4 maggio 2023, n.48, ci ha deluso molto . Davvero, si poteva e doveva fare di più. Qualcosa di apprezzabile c’è, ma troppo poco e, soprattutto, nessun cambio di paradigma su un reale investimento del Paese per ribaltare la situazione che ci vede soccombenti nella battaglia contro gli infortuni e le malattie professionali i cui numeri non accennano a diminuire drasticamente. Cosa c’è in questo Decreto? Sostanzialmente Interventi minimali su: Formazione, con un tentativo di verifica della effettività della sua erogazione, sia per gli erogatori della formazione che per i discenti, nonché l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere alla propria formazione ed addestramento quando lo stesso utilizza in prima persona macchine o attrezzature anche proprie; Medico Competente e Sorveglianza sanitaria: sul primo, la norma introduce l’obbligo della nomina ogni qualvolta la valutazione dei rischi ne suggerisca la presenza e quindi non più solo nei casi di cui all’art. 41 del TU 81/08 andando, quindi, oltre i rigidi ambiti previsti in precedenza. Sulla seconda il medico competente avrà un doppio obbligo e cioè, di ottenere la cartella sanitaria che viene rilasciata al lavoratore dal Medico Competente del precedente datore di lavoro e tenerne conto ai fini del nuovo giudizio di idoneità. Inoltre, la modifica introdotta richiede al medico competente di indicare proattivamente un sostituto in caso di impedimento grave e per motivate ragioni. Obblighi ulteriori, a carico dei componenti dell'impresa familiare, dei lavoratori autonomi, dei coltivatori diretti del fondo, dei soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, degli artigiani e dei piccoli commercianti che oltre che dover utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al Titolo III (uso delle attrezzature di lavoro e dei DPI) devono ora anche provvedere ad idonee opere provvisionali in conformità al Titolo IV (Cantieri temporanei e mobili); Sulle verifiche ed uso delle attrezzature noleggiate o concesse in uso, per la prima fattispecie ora i soggetti privati abilitati acquistano direttamente la qualifica di incaricati di pubblico servizio che rispondono direttamente alla struttura pubblica titolare della funzione di vigilanza nei luoghi di lavoro territorialmente competente (INL ed ASL) In caso di noleggio o concessione in uso di un’attrezzatura adesso va acquisita e conservata agli atti, per tutta la durata del noleggio o della concessione dell’attrezzatura, una dichiarazione autocertificativa del soggetto che prende a noleggio, o in concessione in uso, o del datore di lavoro, che attesti l’avvenuta formazione e addestramento specifico, effettuati dei soggetti individuati per l’utilizzo. Infine, come già detto sopra per la formazione, è previsto che il datore di lavoro che fa uso delle attrezzature che richiedono conoscenze particolari deve provvedere alla propria formazione e al proprio addestramento specifico al fine di garantire l’utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro; Condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva, ove gli enti pubblici e privati condividono gratuitamente, anche attraverso cooperazione applicativa, le informazioni di cui dispongono con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e la Guardia di finanza. Attività di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, ove l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, al fine di potenziare le attività di polizia giudiziaria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di rapporti di lavoro e di legislazione individua un contingente di personale ispettivo adeguatamente qualificato che, avvalendosi delle strutture messe a disposizione dall’INPS e dall’INAIL, è impiegato sul territorio della Regione siciliana nonché delle Province autonome di Trento e di Bolzano. Rimandando alla lettura del testo estrapolato dalla Gazzetta Ufficiale, che alleghiamo a questo commento, a nostro parere si tratta di un’azione legislativa “tiepida” per essere eufemistici. L’aspetto forse più rilevante, invece, è quello che segue, dedicato al mondo della scuola, dove si prevedono due cose condivisibili, ma parziali e, per certi versi anche sbagliati: Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e interventi di revisione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola lavoro), che viene istituito presso il Ministero del lavoro delle politiche sociali, al fine di riconoscere un sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado deceduti a seguito di infortuni occorsi, successivamente al 1° gennaio 2018, durante le attività formative. La dotazione finanziaria del Fondo è di 10 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro annui, a decorrere dall’anno 2024. All'istituzione del Fondo seguono poi una serie di modifiche normative, relative ai percorsi di alternanza ora focalizzati come percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, quale, ad esempio, la previsione che il docente coordinatore di progettazione appositamente individuato deve assicurare che la progettazione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento sia coerente con il piano triennale dell’offerta formativa e con il profilo in uscita dei singoli indirizzi di studio, nonché per stabilire l’obbligo, per le imprese che partecipano ai percorsi di alternanza, di integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con un’apposita sezione nella quale devono essere indicate le misure specifiche di prevenzione dei rischi e i dispositivi di protezione individuale che devono essere adottati nei confronti degli studenti nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Estensione della tutela assicurativa degli studenti e del personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore, ove si prevede uno degli aspetti più importanti del Decreto perché, finalmente, si allarga alla scuola, seppur ancora troppo parzialmente, la tutela Inail definita nel D.P.R . 30 giugno 1965, n. 1124 (Testo unico dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionale). Peccato che l'applicazione di questa tutela, non è stata estesa a tutto il mondo della scuola ed è solo temporanea. Infatti, secondo il testo del decreto, ha il solo scopo di “valutare l’impatto” (?) dell’estensione della tutela assicurativa agli studenti e agli insegnanti (non tutti), esclusivamente per l’anno scolastico e per l’anno accademico 2023-2024. Riprendiamo, da qui, il nostro commento da quel "allo scopo di valutare l’impatto”, che motiva la sola applicazione al prossimo anno scolastico 2023-24, per ribadire tutto il nostro scetticismo e la nostra delusione. Di quale impatto può trattarsi se non di quello economico? Quindi lo Stato, anziché investire massicciamente sulla prevenzione, cosa che non succede nemmeno questa volta, sostenendo l’applicazione generalizzata dei MOG-SGSL, fa qualche ritocchino qua e là nel D.lgs 81/08, che non cambia nessuna sostanza.Offre un risarcimento alle famiglie di quei poveri ragazzi morti perché non protetti adeguatamente, quando erano lì solo per imparare e non per lavorare e amplia la tutela Inail alla scuola, non tutta e non in tutte le situazioni, ma solo a tempo. Un anno scolastico e poi basta. Diranno “non ci sono i soldi”. No, non è vero! Ci sono eccome, vedi bilancio Inail e 6,3% di PIL che costano infortuni e malattie professionali ogni anno al Paese.La verità è che i soldi per la prevenzione si usano per altro, e questo è sbagliato. Molto. Giovanni Luciano

Commenti

  1. Perfettamente d'accordo con l'autore, in effetti i nostri legislatori, non se ne capisce il perché, tardano sempre a fare le cose perbene e complete. Hanno perso ancora una volta il momento per aggiustare le tante norme che andrebbero rivisitate e migliorate.

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