PESCARA-ROMA: L'ABRUZZO HA PERSO IL TRENO, IL RESTO SONO CHIACCHIERE!

17 GIUGNO 2023. CARO MARSILIO, ABBIAM0 PERSO IL TRENO, IL RESTO SONO SOLO CHIACCHIERE “La Roma-Pescara si farà, è un’opera strategica e verrà finanziata in toto”, questo ha tenuto a ribadire recentemente l’attuale presidente della Regione Abruzzo Marsilio. Come a dire, parafrasando un vecchio motivetto “partirà, il treno partirà...quando partirà, questo non si sa...”. Una volta un alto dirigente delle Ferrovie alle mie istanze sugli investimenti su quella tratta mi disse: “Giovanni, tu hai ragione, ma tra Roma e Pescara in mezzo c’è la Majella” per sintetizzare il fatto che la mole degli investimenti necessari per un’opera di quel genere era gigantesca. Una montagna di soldi. Stavamo parlando di una velocizzazione, che non significa Alta Velocità, come dicono in tanti sbagliando (l’Alta Velocità ha caratteristiche tecniche sia del binario che della linea aerea di alimentazione diverse dalle linee ferroviarie “classiche”). Sono decenni che, periodicamente, si ritira fuori la Roma-Pescara ferroviaria, per poi rimetterla nei cassetti insieme agli ormai polverosi progetti fatti preparare a quintali per poi rimanere solo carta. Carta e chiacchiere. Poi è arrivato il COVID-19 e, a seguire, la manna promessa del PNRR “Tirate fuori i progetti, presto, bisogna rispettare i tempi che impone l’Europa!”. E tutti a spedire al Ministero roba ferma da anni. Invece, nel nostro caso, l’immaginazione non ha avuto limiti e si è ipotizzata addirittura l’Alta Velocità Roma-Pescara. Magari fosse stato vero! Avrebbe significato, finalmente, non solo “avvicinare” l’Abruzzo a Roma, ma avere un asset strategico su una trasversale centrale del Paese, con tutto ciò che avrebbe significato in termini di sbocchi sulla sponda croata e verso i Balcani. Avrebbe significato, davvero, ridare fiato alle aree interne e a tutto ciò che serve alla valle Peligna, alla Marsica, ai porti abruzzesi: Pescara per il turismo, Ortona e Vasto per i fattori produttivi. Insomma, avremmo svoltato, come si dice a Roma. Il PNRR ce la dava quella montagna di soldi che serviva. Adesso, dopo tanta narrazione e tante chiacchiere, restiamo con un pugno di mosche. I primi soldi che erano stanziati per noi che se ne vanno, guarda caso, su altre trasversali, più a nord e più a sud. Noi che, per andare a Roma restiamo attaccati disperatamente a un’autostrada che ha cominciato da tempo a mostrare le crepe della sua età (manco ai cani si interrompesse da qualche parte ripiomberemmo indietro di cinquant’anni). Riepilogo finale dell’Abruzzo ferroviario: la linea Adriatica non è nell’Alta Velocità, la Pescara Roma non lo sarà mai e, forse, verranno fatti alcuni piccoli interventi utili alle tratte finali, che si attendono da decenni e il servizio ferroviario che nella Val di Sangro, forse ci arriverà tra quindici anni o mai. Però abbiamo i treni storici in montagna (bellissimi) e sul lago di Bomba (una volta ogni morte di Papa). Mi chiedo e chiedo: ma come è possibile che chi ha in mano Governo, Regione e la maggior parte delle amministrazioni dell’Abruzzo non si vergogni un po’? Il treno del PNRR passava adesso, non averlo preso significa aver fatto tornare indietro l’Abruzzo alle sole chiacchiere, quelle che adesso fa il presidente Marsilio. Narrazione vacua. A proposito, presidente, anche gli investimenti sul porto di Ortona legati al PNRR hanno fatto la stessa fine? Povero Abruzzo. GIOVANNI LUCIANO

Commenti

  1. Sante parole.....ma i nostri parlamentari abruzzesi perché non si svegliano

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