IL MEZZO SCIOPERO

16 LUGLIO 2023 - IL MEZZO SCIOPERO Quando un Ministro dei Trasporti precetta, annullando uno sciopero, o dimezzandolo, come ha fatto qualche giorno fa Matteo Salvini con quello dei ferrovieri, c'è chi insorge (sindacati e opposizione) e chi tira un sospiro di sollievo (chi quel giorno deve viaggiare, e sono davvero tanti). Certo l'equazione che ci sono milioni di persone che si devono spostare che non si possono lasciare a piedi a metà luglio riceve molte più approvazioni rispetto a chi lo sciopero è costretto a dichiararlo e a tutti quelli, i ferrovieri in questo caso, che ci rimettono anche la giornata di stipendio per sostenere le proprie ragioni. Ma, andando oltre il lodato (da pochi) "attivismo" del Ministro Salvini, che evidentemente ora ha puntato sui ponti estivi in attesa di quello di Messina, le cose vanno capite meglio. Non ho spazio sufficiente per spiegare che le regole dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, stabilite per legge, e le deliberazioni della relativa Commissione di Garanzia, nei fatti, hanno limitato quasi del tutto la possibilità di farlo uno sciopero. Fidatevi, è così! Quando poi si riescono a superare lacci e lacciuoli ecco il solerte Ministro di turno e lo sciopero subisce la precettazione(lo hanno fatto tutti, anche quelli di sinistra), dando così ancor più potere ai comportamenti esenti da responsabilità delle aziende. Questo vale in tutti i settori del trasporto. Anche qui, fidatevi! Quale e' la soluzione? Mettere in equilibrio le responsabilità tra lavoratori e datori di lavoro. Se i sindacati devono pagare sanzioni quando violano le regole , magari mantenendo lo sciopero anche quando ci sono delibere o precettazioni, allora si istituisca anche la regola, per legge, che i dirigenti delle aziende vengano chiamati a dimostrare di non aver violato accordi, contratti o che non abbiano comportamenti che rallentano scientemente il normale rinnovo dei contratti di lavoro. Sciopero intelligente. Ovviamente questa cosa non vedrà mai la luce. Per ottusità varie, per veti incrociati e, ovviamente, per insensibilità politiche. Tanto c'è la Commissione di Garanzia che delibera o il Ministro di turno che precetta. Chissà se il fronte sindacale ci pensa su e ripeschi questa idea del chiedere che paghino anche i dirigenti aziendali. Chissà.Ci credo zero. Allora ci pensi Matteo Salvini e faccia un ponte che superi questo fosso. Ma credo che non succederà nulla, fino alla prossima, sterile polemica a mezzo stampa nella costante e continua compressione del diritto di protestare quando non si può fare più nient'altro. Giovanni Luciano

Commenti

  1. Fino a quando i contratti verranno rinnovati a 5/10 anni dalla scadenza sarà sempre un caos e questo inutile ministro la farà sempre da padrone. Non ho ben capito la posizione del TAR che gli ha dato ragione sul dimezzamento dello sciopero!

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  2. Il TAR non ha dato ragione al Ministro in merito alla riduzione dello sciopero. Ha ritenuto che non c’erano i tempi per la sospensione del provvedimento.
    Probabilmente fatto scientemente poco prima che iniziasse lo sciopero

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